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    Antun Motika, Pula - Pola

    Collezione Motika

Antun Motika Pola, 30/12/1902 - Zagabria, 13/02/1992

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La madre Anka (Ana), nata Blažević, è originaria di una famiglia di marinai di Škrljevo, vicino a Bakar; il padre Antun proviene da una famiglia di agricoltori del paese Motiki, presso Orbanići. I coniugi Motika hanno avuto quattro figli.

Antun Motika trascorre l'infanzia a Pola, frequenta le scuole a Pola, Gimino, Pisino e Sussak e consegue la maturità nel 1921. Adolescente, ottiene l'appoggio dell'artista e musicologo sloveno Saša Šantel, docente a Pisino e Sussak, che indirizza il talento artistico del ragazzo e la sua naturale propensione a discipline artistiche diverse. Studia scultura all'Accademia Reale d'Arte ed Artigianato di Zagabria (con docente R.Valdec), più tardi passa a pittura (con M. Vanka, V. Becić e Lj. Babić), diplomandosi nel 1926. Frequenta due semestri postlaurea con Lj. Babić (1926 - 1917). Negli anni 1929 - 1931 disegna caricature per la rivista satirica zagabrese “Koprive” („ortiche“), firmandosi in un'occasione Lopata („pala“). Gli anni 1929 - 1940 lo vedono insegnare disegno a Mostar. Soggiorna a Parigi da borsista nel 1930 e nel 1935. Le prime mostre individuali nel 1933 e nel 1935 a Zagabria, con buon successo di critica. Nel 1940 ottiene il trasferimento a Zagabria, dove insegnerà alla Scuola di Arte Applicata, fino al pensionamento nel 1961. Giunto in città, intraprende un intenso lavoro di ricerca nel suo studio prestando mano a decalcomanie, collages, fotografie, fumages, frottages, opere in celiophane e vetro, studi di effetti lumino-cinetici ed applicazioni di materiali organici. Altra individuale al Salone Ullrich nel 1940, seguita da una collettiva alla Biennale di Venezia nel 1942. Nel 1952 espone a Zagabria una serie di disegni dal titolo “Surrealismo arcaico”: la mostra è oggetto di un cruciale dibattito teorico ed ideologico presso la critica d'arte croata. Nello stesso anno espone nuovamente alla Biennale di Venezia. Nei numerosi ”schizzi per ceramiche" e ”gouache-collages” del periodo, Motika esprime una personalità artistica autonoma che si dimostrerà decisiva per la creazione di una nuova sintassi formale, che negli anni cinquanta e sessanta emergerà con pari forza in disegni, progetti ed esperimenti, dipinti e sculture. Nello stesso periodo cura alcune illustrazioni di libri, nelle quali esprime le impressioni suscitategli dalla musica, in una personale poesia visiva. Mostre individuali si susseguono negli anni 1953, 1955, 1957, 1962, 1963, 1968, 1974 - 1975 (retrospettiva), 1985, 1987 e 1991; l'artista prende inoltre parte a tutte le più importanti collettive realizzate in Croazia, (ex-Jugoslavia) e all'estero. L`inizio degli anni sessanta lo vede lavorare a sculture in vetro, nelle quali integra la propria abilità di modellare il volume con l'ossessione per una luce “pura”, la sua rifrazione e gli effetti lumino-cinetici della stessa. Le sue opere in vetro, dal momento di intuizione creativa [documentata in migliaia di schizzi) fino alla realizzazione mimeticamente al livello della tradizione del soffiato muranese, sono oggetti d'arte di straordinaria logica strutturale e di espressività intensa. A partire dal 1982 Motika si ritrae più segnatamente nella propria interiorità espressiva, dipingendo con meno regolarità ma continuando con ancora maggior lena a sperimentare, disegnare e lavorare a progetti di idee, diradando al contempo la propria presenza espositiva. Tra i numerosi disegni di questa fase vanno citati gli interventi illustrativi sul materiale promozionale della compagnia farmaceutica Pliva, nonché alcune stilizzazioni di segno grottesco che riprenderà in seguito, ricavandone delle serie di medaglie e targhe in bronzo. Antun Motika è stato insignito di numerosi premi nazionali e di categoria e dal 1975 è stato membro corrispondente dell'Accademia Jugoslava delle Scienze e delle Arti. L'Istria lo ha visto esporre in numerose mostre individuali e collettive; nel 1983, in occasione degli 80 anni di vita dell'artista, è stato organizzato un convegno in suo onore, con annessa mostra di disegni e schizzi. Motika è stato anche oggetto di tre film documentari diretti da Borislav Benažić: la sua bibliografia è ingente e le mostre a suo nome sono testimoniare dai relativi cataloghi. Nel 2002 la galleria di Klovićevi Dvori ha allestito una retrospettiva con catalogo, curati da Darko Glavan. Nel 2006, il contratto di donazione siglato dalla Città di Pola ha consentito alla Municipalità di disporre della Donazione Antun Motika.

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                                                                                                          Giovane A. Motika, autoritratto

La Donazione Motika

Le opere donate di Antun Motika sono i tasselli che ci permettono di comprendere lo sviluppo espressivo dell'artista e ci facilitano l'analisi delle opere della maturità, guidandoci nella comprensione della tendenza a modellare, sperimentare e ricercare gli effetti di luce, sia nei dipinti che nelle sculture. Del periodo preaccademico, durante gli anni delle elementari e delle superiori, rimangono alcune opere, tra dipinti e disegni di valore documentario, che costituiscono parte integrante della donazione di Dušan Motika, nipote dell'artista. La collezione comprendeva anche delle statuette in argilla, che risultano purtroppo disperse nel trasloco da Pisino a Fiume. Gli acquerelli, i gouaches e le tempere (e, in misura minore, gli oli) creati dal 1929 al 1940 e in periodo più tardo collocano Motika nel novero dell'intimismo europeo postimpressionista. Ciò vale soprattutto per i dipinti nati in seguito ai soggiorni parigini del 1931 e del 1935, alcuni dei quali presenti nella collezione donata e tutti caratterizzati da lievità, pienezza di luce, semplicità tematica, massima riduzione cromatica ed atmosfera nostalgica. Le opere grafiche di grande formato (un totale di 1550 tra disegni e schizzi) danno un'immagine di Motika come artista di estrema modernità o, per meglio dire, pre-moderno nel contesto in cui si muoveva la sua arte. La maggioranza di questi lavori sono schizzi e bozze per la realizzazione di sculture in vetro e ceramica. La futura galleria permanente a nome dell'artista, la quale si estenderà per qualche centinaio di metri quadri, sarà un'ottima occasione per far scoprire questi lavori a un pubblico più vasto, mentre gli educatori artistici potranno avvalersene per i propri laboratori ad uso di alunni e studenti. La galleria fornirà quindi esempi notevoli della pienezza del tratto dell'artista colto, che vanno dalla semplicità originaria di una linea ferma fino a un tratto accennato e sottinteso, come avvisaglia della sua stessa nemesi, passando per la crescente stilizzazione dei motivi. Attraverso fasi di sperimentazione intensa, i disegni arrivano a lambire la nettezza di forme astratte. La donazione è completata da quattro sculture (due in vetro e due in terracotta), 15 medaglie in bronzo (5 più grandi e io più piccole), 20 lamine di alluminio e 50 esperimenti pittorici. Particolarmente preziosa è la riacquisizíone di una ventina di album personali, 13 dei quali di disegni di formato piccolo, 4 con collage fotografici, uno di esperimenti fotografici e due racconti illustrati (Barba rossa e Viaggio sulla luna) scritti nel periodo in cui Motika frequentava il liceo di Pisino. Senza la donazione, nemmeno il riacquisto di queste opere avrebbe avuto luogo, ragion per cui questi due momenti vanno visti in un'ottica comune. Il “ritorno” a Pola dell'opera di Antun Motika è stato un processo lungo e tortuoso. Il tutto nasce esattamente 32 anni fa, nel 1974, quando la Galleria d`Arte Moderna di Zagreb allestì una retrospettiva dedicata al pittore esponendo oli, gouache ed acquerelli, a cura dei prof. Darko Schneider. Già l'anno successivo, il Museo Popolare di Albona, la Galleria d'Arte Moderna di Fiume e la Galleria Civica di Pirano mettevano in piedi una selezione retrospettiva dei dipinti, mostra che è stata poi ripresa dal Museo Civico di Rovigno e dal Salone Espositivo di Pola. In quella occasione potei conoscere l'artista, il quale dichiaro il desiderio e la ferma volontà di donare parte dei suoi dipinti, previa determinate condizioni, alla città natia. Il Consiglio Comunale di Pola procedette alla nomina di un gruppo di lavoro con il compito di proseguire le trattative in quel senso, trovare un luogo idoneo a un'esposizione permanente ed allestirlo secondo gli standard museali vigenti. Più e più volte, dei veicoli di servizio partivano alla volta di Zagabria, con a bordo dei funzionari sui cui nomi ora taccio, visti i risultati conseguiti; dirò soltanto che ebbi l'impressione che alcuni di loro avessero imposto una strategia di temporeggiamento. Nel 1983 l’amministrazione del Festival del Cinema Iugoslavo con sede a Pola, ente che presiedeva all’attività artistica del Salone Espositivo, allestì una mostra di disegni di Motika (a cura della prof.ssa Gorka Ostojić-Cvajner), mentre una collaborazione tra la Dieta Ciacava e la Galleria d'Arte Moderna di Zagabria si concretizzò in un convegno dedicato all'artista, in occasione dei suoi 80 anni di vita. In quella circostanza, nel suo discorso introduttivo Motika espresse per la seconda volta il suo proposito di concedere le proprie opere. Tutto lasciava sperare che ciò sarebbe diventato presto realtà e che le 5000 opere, tra dipinti, disegni, sculture ed esperimenti, sarebbero arrivate a Pola a giorni; lo promettevano gli stessi addetti alla realizzazione del progetto, tuttavia i pochi viaggi sulla rotta Zagabria-Pola e ritorno si risolsero in un sonoro buco nell'acqua, con il conseguente protrarsi delle trattative anche dopo la morte dell'artista. Il terzo ed ultimo tentativo in questo senso è stato condotto a buon fine dopo la causa di successione dei beni dell'artista, grazie alla gentile disponibilità del nipote Dušan Motika e alla lodevole cura delle autorità comunali e dell`Assessorato alla Cultura per la Città di Pola del proprio patrimonio culturale.

Otmar Širec Oto, Pola, 2006

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                                                                                                                         Antun Motika

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